giovedì 5 giugno 2014

Tormenti artistici

Le crisi artistiche si susseguono, penso di non averne mai avute così tante e in modo ravvicinato, forse perchè non  mi ero mai presa davvero il tempo di coltivare così tanto sul serio la mia attività pittorica come adesso.
In discussione non c'è il SE continuare a dipingere ma il COME.
Negli ultimi anni mi sono concentrata prima sulla tecnica con "donne in pezzi", poi sull'espressività con il progetto "esternazioni", mi sono dunque dedicata a "NoTabù" fondendo la libertà espressiva acquisita con l'astratto alla voglia di rottura rispetto ai temi da sempre affrontati. Infine "quello che vedo #quellochevivo", l'ultimo progetto che dopo pochi mesi ma molti quadri comincia già a starmi stretto.
E' energeticamente devastante questa soddisfazione che dura un lampo e che finisce inevitabilmente per scadere nella frustrazione.
Una ricerca continua che apparentemente sembra approdare ad un percorso definito e che invece mi riporta ad un punto morto, una strada senza sfondo.
Passato poco tempo guardo i miei quadri e non li riconosco più, diventano estranei, avverto in loro una mancanza di autenticità che al momento della creazione mi pareva ci fosse ma che non riconosco più.
E' come se fossi alla ricerca continua di qualcosa e questa ricerca mi porta a mutare velocemente mentre i quadri restano lì, fermi a ciò che è già passato e non mi rispecchiano più. Eppure in fin dei conti mi pare di essere sempre la stessa, apparentemente tutte queste mutazioni non le avverto, ma poi mi trovo di fronte ad un quadro fatto un mese fa e non lo sento già più aderente alla mia persona.
Mi pare di essere in una gabbia.

Alla fine siamo noi che costruiamo le nostre prigioni allo scopo di proteggerci ma l'unico risultato che otteniamo è quello di soffocarci da soli, di soffocare le nostre pulsioni, la nostra creatività, la nostra vera essenza.

Questo mio rincorrere progetti nasconde forse un rincorrere ciò che non sono, un volermi dare un assetto stabile da "artista vera", perchè un artista serio ha dei percorsi ben stabiliti, dei temi, una continuità... e per cercare una continuità artistica finisco per perdere la continuità con me stessa che non ho mai sopportato vincoli e costrizioni.
Guardo i lavori di altri artisti e molti mi sembrano più maturi di me, più realizzati, più convinti di ciò che fanno. In parecchi si avverte un percorso definito e riconoscibile, una personalità ben strutturata anche dal punto di vista pittorico. Faccio il paragone con il mio lavoro e mi avverto puerile, discontinua, con uno stile pittorico in perenne mutamento non degno di un'artista professionista della mia età. A nulla valgono i commenti di chi apprezza la mia pittura, perchè se è vero che è fondamentale il riconoscimento altrui è anche fondamentale il sentirsi a posto con la propria coscienza, perchè devo crederci io per prima in ciò che faccio.
In queste ultime settimane ho rallentato un po' la mia attività artistica prendendo a pretesto una serie di incombenze personali da seguire.
E' difficile trovare la strada stando immersi nella nebbia, bisogna salire in collina per trovare il sole ed altre metafore banali mi stanno venendo in mente a tal proposito... questo rallentare è stato necessario a farmi capire ancora una volta che sto seguendo un percorso che non va più bene per ciò che voglio raggiungere.

Farmi fagocitare dalla voglia di dipingere mi allontana dalla meta che voglio raggiungere, dalla chiarezza di ciò che voglio ottenere dalle mie mani e dalla mia mente attraverso il colore.

devo resistere un po' alla voglia fisica di dipingere per fare pulizia, per togliere ciò che è in più, per ottenere un MENO più significativo.
Voglio interrompere la serie dei PROGETTI, voglio iniziare togliendomi i vincoli auto imposti e provare a vedere dove una libertà ancora maggiore mi porterà.

Nuova catalogazione dei dipinti in progress.



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